Nel Cinema e nella letteratura
Il Po compare in oltre cinquecento tra documentari, lungometraggi, cortometraggi e inchieste televisive.
Autori e cineasti hanno scritto alcune delle pagine più belle e indimenticabili del cinema italiano.
Il Delta del Po ha fornito ispirazione a scrittori e sceneggiatori illustri, tra cui Zavattini, Guerra, Celati, Flaiano e Moravia; molti maestri del cinema italiano hanno usato il Po come scenografia naturale. Tra loro ricordiamo De Santis, Vancini, Montaldo, Mazzacurati (Notte italiana, La giusta distanza), Mario Soldati (La donna del fiume), Pupi Avati (La casa dalle finestre che ridono), Ermanno Olmi (Lungo il fiume). Inoltre, hanno girato sul Delta del Po anche Comencini, i fratelli Taviani, Bertolucci, Magni, Soldini, Elisabetta Sgarbi e Bigas Luna.
Nel tempo, il Delta del Po ha assunto sempre più importanza, sia per quanto riguarda l’arte cinematografica che dal punto di vista letterario. Diversi sono i protagonisti che hanno dato luce agli aspetti più nascosti e più inebrianti del Delta.
A partire da Michelangelo Antonioni, che nel 1939 si espresse dicendo “Vorremmo una pellicola avente a protagonista il Po e nella quale non il folclore, cioè una accozzaglia di elementi esteriori e decorativi, destasse l’interesse, ma lo spirito, cioè l’insieme di elementi morali e psicologici nella quale non le esigenze commerciali prevalessero, bensì l’intelligenza”.
Con le sue parole anticipa per molti versi ciò che sarà il cinema italiano nel dopoguerra.
Nel 1943 Michelangelo Antonioni girò il documentario “Gente del Po”. Poco dopo, Luchino Visconti esordì alla regia con “Ossessione”. In seguito Roberto Rossellini, in “Paisà” scelse le paludi, le canne e il popolo del Delta per raccontare la disperata battaglia tra Nazifascisti e Partigiani.
Il Delta del Po affascina da sempre gli stranieri e li cattura, un po’ come fece nell’Ottocento con Lord Byron, donandogli nella cornice di Ca’Zen l’ultimo amore della sua vita avventurosa. Lord Byron seguì l’amata, reclusa in punizione a Ca’Zen, allora luogo triste e malarico, per incontrarla segretamente e, dalla balaustra del primo piano, trasse ispirazione per la famosa “Stanzas to the Po”:
Fiume che scorri presso antiche mura
Dove dimora la donna del mio amore, quando
Ella cammina lungo le tue sponde e forse
Di me richiama un lieve fugace ricordo…
Non possiamo poi non ricordare Ernest Hemingway, innamorato dell’Italia e del Veneto. Hemingway amava trascorrere le sue giornate a San Gaetano, un piccolo villaggio della laguna di Caorle, alla quale dedicò alcune delle sue pagine più belle del libro “Di là dal fiume e tra gli alberi”, pubblicato nel 1950.
Il Delta è stato più volte narrato anche come il luogo simbolo della fatica, della povertà e della lotta. Queste tematiche sono ben rappresentate in alcune opere: Viaggio in Italia (1957) di Piovene, in L’Agnese va a morire (1949) di Renata Viganò, romanzo simbolo della lotta di classe.
Ricordiamo inoltre: Antonio Pennacchi, la cui madre era originaria di Ca’ Vendramin, con Canale Mussolini (2010), vincitore del Premio Strega e del Premio Campiello.